Mercoledì 24 ottobre 2012
ore 16.00
A. Rossi senza titolo (1979)
Agostino De Pretis
parlerà su
La presenza di De Chirico nell’architettura di Aldo Rossi
A più di quarant’anni dal concorso bandito dal Comune di Modena per reclutare l’architetto a cui affidare l’ampliamento del Cimitero di San Cataldo è d’uopo una riflessione sul progetto di Aldo Rossi (1931 – 1997), risultato vincitore – anche se i lavori attuativi si sono ben presto fermati, ovvero procedono assai lentamente – e più in generale sulla forte personalità dell’artefice. Tra i massimi esponenti dell’architettura postmoderna in ambito italiano, Rossi è stato un campione del citazionismo nella ricerca artistica tra gli anni ‘70 e i ‘90, senza mai scadere nel gratuito o nel bizzarro, ma ostentando una volontà d’essere classicamente monumentale ed eticamente impegnato. Così i suoi richiami a Alberti e Boullée, a Schinkel e Loos – per citare i maggiori tra i classicisti cui ha rivolto il suo interesse – sono coraggiosamente perentori e programmatici, ma è soprattutto attraverso Giorgio De Chirico (1888 – 1978), “patriarca” del postmoderno, che egli filtra gli stimoli che gli derivano da tale ingente patrimonio dell’architettura passata. E’ proprio in una prospettiva di rivisitazione visionaria e metafisica della monumentalità che si impone miracolosamente lo stile di Rossi ed è solo riconoscendogli indubbi debiti verso il “pictor optimus” che tale linguaggio risulterà adeguatamente agibile e comprensibile. Il presente contributo, focalizzato prioritariamente sul cimitero modenese – che torna quasi ossessivamente nell’immaginario di molteplici rielaborazioni dell’architetto intrecciandosi a nuovi e antichi progetti - mira dunque ad esplorare le notevoli affinità tra le opere di questi due grandi Maestri, riguardanti temi come la piazza, il portico e il caseggiato, la ciminiera, la statua, o modalità inerenti l’uso del colore e dell’ombra, secondo una stessa poetica dell’arte come teatro.