mercoledì 26 settembre 2012

CONFERENZA 24 OTTOBRE: "La presenza di De Chirico nell'architettura di Aldo Rossi"


Mercoledì 24 ottobre 2012
ore 16.00
A. Rossi senza titolo (1979)
A. Rossi senza titolo (1979)
Agostino De Pretis
parlerà su
La presenza di De Chirico nell’architettura di Aldo Rossi
A più di quarant’anni dal concorso bandito dal Comune di Modena per reclutare l’architetto a cui affidare l’ampliamento del Cimitero di San Cataldo è d’uopo una riflessione sul progetto di Aldo Rossi (1931 – 1997), risultato vincitore – anche se i lavori attuativi si sono ben presto fermati, ovvero procedono assai lentamente – e più in generale sulla forte personalità dell’artefice. Tra i massimi esponenti dell’architettura postmoderna in ambito italiano, Rossi è stato un campione del citazionismo nella ricerca artistica tra gli anni ‘70 e i ‘90, senza mai scadere nel gratuito o nel bizzarro, ma ostentando una volontà d’essere classicamente monumentale ed eticamente impegnato. Così i suoi richiami a Alberti e Boullée, a Schinkel e Loos – per citare i maggiori tra i classicisti cui ha rivolto il suo interesse – sono coraggiosamente perentori e programmatici, ma è soprattutto attraverso Giorgio De Chirico (1888 – 1978), “patriarca” del postmoderno, che egli filtra gli stimoli che gli derivano da tale ingente patrimonio dell’architettura passata. E’ proprio in una prospettiva di rivisitazione visionaria e metafisica della monumentalità che si impone miracolosamente lo stile di Rossi ed è solo riconoscendogli indubbi debiti verso il “pictor optimus” che tale linguaggio risulterà adeguatamente agibile e comprensibile. Il presente contributo, focalizzato prioritariamente sul cimitero modenese – che torna quasi ossessivamente nell’immaginario di molteplici rielaborazioni dell’architetto intrecciandosi a nuovi e antichi progetti - mira dunque ad esplorare le notevoli affinità tra le opere di questi due grandi Maestri, riguardanti temi come la piazza, il portico e il caseggiato, la ciminiera, la statua, o modalità inerenti l’uso del colore e dell’ombra, secondo una stessa poetica dell’arte come teatro.

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